Vi propongo oggi un confronto tra i numeri aggregati del settore bevande (alcoliche e analcoliche, 1997-2006) in Italia e il settore del vino (nella forma dell’aggregato delle maggiori aziende compilato da Mediobanca, 2000-2005). Tutti e due i blocchi di dati vengono da Mediobanca Research e sono pubblicati sul loro sito (www.mbres.it). Cosa abbiamo ricavato da questa analisi? Che le aziende vinicole negli ultimi anni sono cresciute di piu’ (soprattutto recentemente) ed esportano di piu’, hanno oggi dei margini e un ritorno sul capitale piu’ alti del settore bevande e sono piu’ indebitate. Di nuovo, sottolineerei che i numeri delle aziende vinicole stanno nettamente migliorando nell’ambito del settore.
Today I propose you a comparison between the Italian beverage sector and the Italian wine sector, using the key financial ratios as supplied by Mediobanca. What is the conclusion? That wine firms in Italy are growing more (and exporting more), they are now more profitable and they hold more debt. Again, I would underline that the numbers of wine business in Italy is strongly improving vs. the average of the beverages sector in Italy.

Dunque, partiamo con il fatturato, sul quale possiamo confrontare dal 2000 al 2006. Ho riportato i dati a 100 nel 2000 in modo da dare l’idea di come si sono mossi i due campioni. Per darvi l’idea delle dimensioni, il campione vino fattura EUR3.5bn nel 2006, mentre il settore bevande qui preso in considerazione arriva a EUR6.8bn. Come vedete, il settore vino si sta comportando meglio: nel 2006 e’ cresciuto del 5% contro il 4% delle bevande, l’anno precedente e’ stato stabile contro un calo dell’1% delle bevande, mentre nel 2004 e’ cresciuto del 2% contro un calo dell’1% delle bevande.
Sales rebased to 100 in 2000 for both samples (EUR3.5bn sales in 2006 for wine and EUR6.8bn for the beverage sector sample). As you can see, the wine started to perform better in 2004, when it was +1% vs. -2% for the sector, followed by a 1% gap in 2005 and 2006.

E’ anche evidente la maggiore propensione all’export del settore vino, che credo sia l’aspetto principale che lo differenzia e che, dato il mio pessimismo sul destino dell’Italia, sia anche una assicurazione per il futuro. Le esportazione crescono per entrambi i campioni, con il settore bevande che passa dal 24% al 27% e il vino che si e’ mosso dal 44% a quasi il 46%.
Wine firms are also exporting much more than the sector average (46% of sales vs. 44% of 6 years ago compared to 27% vs. 24% for beverages). This could also be an important advantage in the future, as I feel that Italian economy will perform very poorly…

Passando in rassegna i margini, abbiamo considerato il margine operativo lordo sul fatturato, ma non avremmo tratto conclusioni molto differenti con altri indicatori. Il settore bevande ha avuto un calo molto significativo dei margini negli ultimi anni, cosa che avevamo commentato anche per il vino. Pero’ nel caso del vino, potete vedere che i margini sono calati meno e, nel 2005, il vino aveva dei margini migliori del campione bevande (11% contro 10.5% a livello MOL e 6.8% contro 4.7% a livello di margine operativo netto). Questo e’ un risultato importante, anche considerando che i margini del campione vino sono diluiti dalla presenza delle cooperative.
Margins. EBITDA margin showed a very steep decline for the beverage sector in the last years, similarly to what we commented about wine. However, the decline of wine firms has been much less evident, as you can see and in 2005 wine firms for the first time were more profitable than beverage sector (11% vs. 10.5% for EBITDA and 6.8% vs. 4.7% for EBIT margin). This is an important result, also considering that margins of the sample are diluted by the non-profitable cooperatives.

Infine, debiti e ritorno sul capitale. Le aziende vinicole sono chiaramente piu’ indebitate: hanno un rapporto Debiti/Mol superiore a 4x contro un livello di circa 3x per il settore bevande. Come vedete dal grafico, pero’, anche in questo caso il settore vino mostra un andamento piu’ costante, mentre le bevande mostrano significativi segni di deterioramento di questo indicatore, soprattutto considerando che i maggiori debiti non corrispondono a andamenti piu’ favorevoli del fatturato. Nel caso del ritorno sul capitale, l’analisi non fa altro che riproporre il tema di base: le aziende del vino non stanno andando benissimo, ma quelle del loro settore (bevande) stanno sicuramente andando peggio: e cosi’, come vedete la riga del vino ha incrociato la linea discendente del ritorno sul capitale del settore bevande…
Finally, debt and return on capital. On debt, wine firms are clearly more leveraged with a debt/EBITDA ratio of over 4% vs. around 3x for the beverage sector. As you can see from the graph, while beverages are constantly worsening (not offset by better sales trend), the wine business has been relatively stable. In the graph for return on capital, what you see is just a final confirmation of what written in the rest of the post: while wine is not doing great, beverages did much worse than that, and therefore the line of the wine return on capital crossed the one of beverages…

Ciao Marco, il tuo post è molto interessante, ma i dati purtroppo non ci permettono di avere un confronto puntuale, infatti confrontiamo il modo vino con l’intero mondo bevande (liquori + bevande analcooliche (ulteriori sottocategorie) + acque + birre )?. Ad esempio credo che le bevande analcooliche (visto che i principali produttori sono multinazionali estere) abbiano una propensione all’export pari a zero. Potrei fare un esempio simile per la redditività delle società dell’acqua.
Sarebbe interessante confrontare i dati delle imprese vinicole con quello delle società di liquori o della birra, magari avendo un dettaglio sulla diversa eventuale struttura dei costi / investimenti (ad esempio quanto investono le aziende di liquori in marketing, e quale è il costo medio di produzione delle stesse); questo perchè a livello internazionale (constellation brands/ pernod ricard) ed a livello italiano (ILLVA e Campari) esistono socie società che operano in entrambi o in tutti i tre mondi. Magari potremmo capire quale dei business è più profittevole o ha maggiori margini di crescita.
Spunto molto interessante. Purtroppo non esistono delle aziende dove il mondo della birra, degli spirits e della birra sono ugualmente sviluppati. Le spese di marketing nel mondo dei liquori sono nell’ordine del 20% o piu’ del fatturato, mentre nel caso del vino mi pare di poter capire un peso leggermente inferiore. Le aziende del vino sono invece meno profittevoli di quelle del mondo degli spirits. Esempio: il leader mondiale del vino fa il 16% di margine, mentre Pernod Ricard viaggia sopra il 20% e Diageo se non sbaglio (non ho i dati con me) viaggia vicino al 20%.
Per quanto riguarda la crescita e’ difficile dirlo, perche’ nel mondo degli spirits tutto dipende dalla categoria (per esempio la vodka cresce, il rum cresce di piu’, il vermouth cala, il whisky cresce poco) e dall’eta’ del marchio (il marciho Campari necessita di grandi pompaggi di pubblicita’, SKYY Vodka nel mondo Campari ha sicuramente meno difficolta’ a crescere). A naso gli spirits crescono un po’ di piu’ del vino, anche per l’impegno piu’ significativo di marketing…
bacca
Se non ricordo male, si parla di 6-12% di investimenti marketing sul fatturato nel vino, tenendo conto anche delle dimensioni differenti, le cifre in valore assoluto sono molto diverse.
Inoltre credo che in generale i costi di distribuzione del vino siano più elevati di quelli dei liquori; questo in ragione delle minori dimensioni, per cui ci si deve affidare a degli intermediari, per arrivare al consumatore/cliente finale, inoltre avendo una forza di marca minore negoziano condizioni di distribuzione più onerose.
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